L’IMPORTANZA DI NON CHIAMARSI GIUDA…ISCARIOTA

Premettendo che i Santi altro non sono coloro i quali oggi è più consono chiamare Maestri Ascesi, e premettendo che ognuno di questi Maestri possa o voglia avere la missione di aiutare, sostenere, guidare altre Anime, ancora incarnate e in Terra per evolversi, oggi voglio scrivervi di San Giuda, dolcissimo amico che in meditazione mi ha preso per mano e invitato a “danzare la vita”.
San Giuda?!?
Come, quello che ha mandato in croce Gesù Cristo…il traditore per eccellenza, quello che oggi può essere solo il santo protettore di tutti gli infedeli?
No, quello era Giuda Iscariota. E faceva parte di un disegno ineluttabile e stabilito forse dallo stesso Dio, quindi già prendersela con lui è fuori luogo, oltreché contrario al concetto di perdono cristiano.
Tuttavia, l’immaginario collettivo lo ha condannato per tradimento e non lo ha perdonato nemmeno sapendo che impiccandosi si era già autopunito.
Di questa fama nefasta e greve per l’Iscariota, ha parzialmente subito delle conseguenze il mio San Giuda, che tra gli Apostoli era il Taddeo, anche imparentato per parte di padre con Gesù, essendo figlio di Alfeo, fratello di Giuseppe, dunque cugino di Gesù, nonché fratello di Giacomo il minore, altro noto Apostolo. La madre, per amore di parità di genere, era Maria di Cleofa.
Per questa mancanza di conoscenza popolare, San Giuda Taddeo, sembra più disposto ad ascoltare le suppliche dei disperati, e non ha certo problemi a farsi conoscere se uno di questi non ha avuto successo con Santa Rita, per esempio.
Io l’ho conosciuto in uno dei modi più piacevoli che conosco per passare il mio tempo libero: leggere.
E’ con un libro decisamente giallo e appassionante che San Giuda è entrato prepotentemente nella mia vita e vi è rimasto: XY, di Sandro Veronesi, che meriterebbe un articolo a parte per la passione che innesca nei cuori e molto altro, per esempio il modo originalissimo, unico direi, con cui tratta uno degli argomenti più discussi dal genere umano: il male.
La storia di Veronesi è ambientata proprio in un paesino immaginario dell’alta Val Di Non, in Trentino e si chiama, appunto, Borgo San Giuda. E’ quasi naturale dunque che tutto il paesino in questione veneri San Giuda Taddeo.
Ora, per questa sua mancanza di notorietà, di certo ha più tempo per noi umani, e vi assicuro che oggi si trova in cima alle classifiche cattoliche di Santi che si occupano di cause “impossibili”.
Al di là della mia innata vena ironica, io so che colui il quale un tempo era chiamato Giuda Taddeo, Apostolo del Cristo, autore dell’apocrifo Vangelo di Taddeo, si manifesta ai casi disperati, quando davvero ne hanno bisogno.
E’ con immensa gioia che ho proseguito le mie ricerche su di lui, e l’ho “visto” anche durante le mie due sedute di IADC Therapy con il Dott. Claudio Lalla. Mi ha preso per mano, conducendomi, e dicendomi, appunto, “danza la vita”. Lui sa che di danzare con leggerezza ho davvero bisogno.
Che meditino dunque i casi impossibili.
Le reliquie di San Giuda Taddeo si trovano a Roma, nella Basilica di San Pietro.
Giuda Taddeo è morto, presumibilmente il 28 ottobre del 70d.C., trafitto da lance e colpito da mazze, in Persia, dopo aver fatto convertire al Cristianesimo oltre 60.000 persone.

LD’A.

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