PERCHE’ S. LUCIA NON È IL GIORNO PIU’ CORTO CHE CI SIA? Sarebbe corretto dire “NON LO E’ PIU’ …dal 1582! Tutti conoscono il detto «Santa Lucia: il giorno più corto che ci sia». Il 13 dicembre viene infatti preso a riferimento come il giorno (arco diurno) più breve dell’ anno, cioè quello in cui si registra il minimo intervallo di tempo tra l’alba e il successivo tramonto e dopo il quale le “giornate” tornano di nuovo ad allungarsi: Il poeta inglese John Donne descriveva questo giorno, in un sonetto, come «la mezzanotte dell’anno». In realtà tale condizione si verifica, dati astronomici alla mano, nel giorno del SOLSTIZIO che cade invece il 21 o il 22 di dicembre (quest’anno il 21). Questo perchè? La “colpa” di questo sfasamento tra la tradizione e la realtà va attribuita alle conoscenze astronomiche non del tutto precise degli antichi Romani. Nel 46 a.C., infatti, Giulio Cesare dette incarico di mettere ordine nel calendario in uso all’epoca, che vedeva continui sfasamenti. Il calendario giuliano fu un deciso passo avanti, grazie all’introduzione del mese bisestile ogni quattro anni. Il “giorno in più” serviva, come accade ancora oggi, a recuperare la differenza tra i 365 giorni dell’anno segnati normalmente dal calendario e i 365 giorni e 6 ore che rappresentano l’effettiva durata del tragitto che la Terra compie attorno al Sole. (Sei ore in più, per quattro anni, danno appunto la durata di un giorno, che dovrebbe riportare in pari le cose). Purtroppo, però, le 6 ore usate dai Romani per il calcolo dell’anno bisestile erano solo una approssimazione della durata esatta dell’anno solare che è (ancora più precisamente) di 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi. La differenza, in meno, è appena di undici minuti, ma abbastanza grande da portare, nel corso dei secoli, ad accumulare un ritardo che dopo quasi 15 secoli era arrivato attorno ai dieci giorni. Nel Medioevo il Solstizio era dunque più vicino al giorno di Santa Lucia che al 21 dicembre, giustificando pienamente il detto popolare. Fu solo nel 1582 che le cose vennero rimesse a posto. Papa Gregorio XIII che diede il via al calendario gregoriano e decise di far “saltare il mondo” dal 4 al 15 ottobre: i giorni in mezzo, quelli dal 5 al 14 ottobre del 1582, per molti dei nostri calendari non sono mai esistiti. Dopodiché, per evitare nuovi slittamenti come nel calendario di Giulio Cesare, il meccanismo scelto da Papa Gregorio introdusse un sistema di compensazione che in corrispondenza dell’inizio del secolo fa saltare l’anno bisestile (e siccome anche così il calcolo non è del tutto preciso, pure questa regola ha però la sua eccezione e lascia bisestili gli anni corrispondenti al secolo che siano divisibili per 400, motivo per cui il 2000 fu bisestile così come lo sarà il…2400 !). Dal 1582 dunque il solstizio si è spostato nelle date che conosciamo oggi, anche se non tutti i Paesi adottarono il nuovo calendario nello stesso anno: John Donne che abbiamo già citato scrisse il suo sonetto all’inizio del 1600, cioè dopo la riforma, ma in Inghilterra il calendario gregoriano fu adottato solo nel 1750 e quindi per lui il solstizio era ancora attorno al 13 dicembre. Anche l’insurrezione bolscevica di Pietrograd del 1917 avvenne a ottobre per Lenin e i suoi compagni (in Russia si usava ancora il calendario giuliano) ma a novembre per gran parte del resto d’Europa. Gli appassionati di astronomia segnalano che, in ogni caso, attorno al 13 dicembre qualcosa nelle nostre giornate succede. È in questi giorni, infatti, che l’ora del tramonto del Sole arriva, secondo i nostri orologi, al suo minimo annuale. Per una complicata combinazione nei calcoli dell’”ora media”, (quella che segnano i nostri orologi), e dell’ “ora solare”, da oggi in poi il tramonto comincia a ritardare a poco a poco ogni giorno, dando l’impressione che i giorni siano già tornati ad allungarsi.
Auguri, comunque, a tutte le Lucia!
Paolo Giannetti