Il mio ultimo articolo risale a un po’ di tempo umano fa.
Mi perdonerete spero, considerato che ogni parola di questo blog è una goccia d’anima viva, so che chi mi legge ama leggermi davvero, con le mie sparizioni, i miei viaggi e i pieni di Amore che ho per la scrittura, che poi riverso a voi con tutta me stessa.
Sono stata assente perché le mie vacanze di Natale sono iniziate presto quest’anno. E sono state le più apparentemente tristi della mia vita. Perfino più tristi di quelle in cui avevo perso mia madre da poco meno di tre mesi. Quella volta credevo che non ci sarebbe stato Natale più triste, perché la morte fisica di chi amiamo dal profondo annienta e ci rende inconsolabili.
Tuttavia, questo Natale appena trascorso, a me ha “regalato” la visione della manifestazione della vecchiaia dei corpi in tutto il suo veleno, costringendomi a occuparmi di essa senza tregua, ponendomi dinanzi a cose che non ho avevo mai pensato di sapere o potere gestire, consapevole però di quanto i miei umili gesti potessero essere ancora importanti in modo straordinario. E soprattutto mostrandomi il vero amore che va oltre ogni fatto e decisioni del passato.
Niente profumi di aghi di pino, mai lunghi e tranquilli aperitivi consolatori sprofondati nei nostri divani comodi. Nessun risveglio da ghiri senza pensieri. Nessun banchetto esagerato. Però, luci di presepe che allietavano l’esistenza, disciplina nel preparare pietanze anche un po’ inutili ma necessarie e vivaci, malgrado la stanchezza, perché ogni gesto è stato compiuto per onorare il fatto che, ancora, la Vecchiaia è Presenza!
Il Natale è stato triste, ma vero più che mai. Faticoso fisicamente e passato in un girotondo di cose da fare, tutte, con disciplina, dovendo selezionare scelte difficili e incomprensibili a chi sta intorno ma agirebbe diversamente, giudicando senza andare a fondo dell’anima delle persone che ama, si, anche molto, ma inconsapevole del fatto che il vero universo umano di ciascuno di noi è quello che non si vede.
Sono tornata a me stessa rinnovata da quello che Dickens ha trasmesso alla maggioranza dei nostri cuori come il vero “Spirito del Natale”. Quello del Natale passato, presente e futuro fusi in un unico meraviglioso Natale che ha determinato la gratitudine, la consapevolezza delle scelte e la conseguente Provvidenza Divina immediata – che proprio verso la mia scrittura vedrò presto i frutti – eppure non davvero meritata, perché so d’avere avuto in questa mia ulteriore prova greve momenti schifosamente e meravigliosamente…umani.
Grazie al Natale. Grazie al Natale sono grata della fatica, del freddo intenso, dell’Amore incondizionato oltre il rancore, il passato, il non riuscire a cambiare degli altri e la meravigliosa consapevolezza che quello che veramente importa è il nostro cambiamento.
Grazie. Torno a scrivere per voi. E per me.
LD’A.
E’ così difficile amare incondizionatamente!!!ma è l’unica,vera, possibilità di vivere l’amore.
nonostante questa consapevolezza, i comportamenti dell’altro che mi fanno soffrire..lasciandomi in attesa di un qualcosa che non arriva mai..mi inducono a impiegare le mie energie a spronarlo,richiamarlo, farlo stare accanto a me.
Per amarlo, dovrei accettare che lui sia libero di starmi lontano pur essendo presente nella mia vita,e vivere in pace con questo. Ma nonce la faccio…e soffro…sentendomi prigioniera di un meccanismo che in origine aveva la forma dell’amore…e che oggi non so più cosa sia diventato, dopo tanto dolore.
Ciao Franca. Grazie del commento e scusa se rispondo in ritardo, anche se forse non aspettavi alcuna risposta.
Si. Amare incondizionatamente è il sentimento più difficile da provare e non sembra proprio di noi Esseri Umani…Ma se anche una piccola parte di noi stessi riesce a farlo, anche solo per periodi brevissimi, di anche solo alcuni minuti…è già una cosa fantastica! Credo tuttavia che tu alludi ad un amore sentimentale e sono d’accordo che è ancora più difficile.